Risotto Tricolore

By pane&marmellata - dicembre 11, 2011


.: That's amore - Dean Martin :. 

Il Verde del basilico. Il Bianco del riso. Il Rosso del pomodoro. Tre colori per un risotto semplice semplice ma che nella sua essenzialità io trovo davvero meraviglioso. Uno dei miei preferiti. Ora scappo che tra poco ci aspettano i suoceri per il pranzo. Buona domenica.


Risotto al Pomodoro

Ingredienti per 2 persone:
  • 170 g di riso
  • Mezza cipolla
  • 400 g di passata di pomodoro
  • Brodo vegetale
  • Una manciata di Parmigiano grattugiato
  • Qualche foglia di basilico
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale q. b.

In una padella rosolare la cipolla tritata con un filo d’olio evo. Aggiungere il riso, farlo tostare per qualche minuto, aggiungere la passata di pomodoro e continuare la cottura aggiungendo se necessario del brodo vegetale. A fine cottura salare e mantecare con il parmigiano grattugiato. Mettere su ogni piatto qualche foglia di basilico. A noi piace anche molto la versione con l’aggiunta di 1 o 2 cucchiai di ricotta al momento della mantecatura, anche se la faccio raramente perchè non ho sempre la ricotta in casa. 


Con questa ricetta partecipo al contest "VegetariaMo?" organizzato da Elisa 


 
Lo sapevate che il Pomodoro…

...è l’ortaggio più amato e consumato dagli italiani (65 kg a testa l’anno, un consumo superiore a qualsiasi altro alimento, per una spesa di 400 milioni di euro l’anno)? L'antenato dei pomodori che conosciamo era una piccola bacca verde tossica. I primi agricoltori del Messico meridionale, intuendone le grandi potenzialità, cominciano a selezionare le piante meno tossiche e, nel giro di alcuni secoli, riescono a trasformarlo nel tomatl. Gli aztechi usano il tomatl per fare un sugo a base anche di peperoncino e semi di zucca, in particolare come condimento per la carne (anche quella umana). I conquistadores di Hernán Cortés vedendo il tomatl nei mercati aztechi e apprezzandolo per le sue caratteristiche che lo rendono un alimento ideale durante le marce nel caldo clima subtropicale, ne portano alcune piante in patria. A Siviglia, però, arrivano sia piante addomesticate sia piante ancora tossiche. Da qui il sospetto che avrebbe accompagnato il pomodoro per i suoi primi due secoli in Europa, relegandolo ad essere usato solo come pianta ornamentale. Intanto la pianta giunge nel vicereame spagnolo di Napoli e si diffonde negli orti botanici italiani. Qui il medico e naturalista Pier Andrea Mattioli attribuisce al suo frutto il nome di 'pomo d’oro'. Nel frattempo, nelle campagne dell’Andalusia, del Midi francese e dell’Italia meridionale, contadini spinti dalla fame riescono ad addomesticare il pomodoro un'altra volta. Solo all’inizio del Settecento a Napoli il pomodoro inzia ad essere usato anche nelle cucine di nobili e clero. La prima ricetta di cui si ha traccia è una “Salsa alla spagnola” di Antonio Latini che veniva usata per accompagnare i bolliti, fatta con pomodoro, peperoni e cipolle. A causa della natura della pianta, la diffusione del pomodoro era stata limitata alle regioni più calde fino all’Ottocento, quando l’invenzione della conserva lo rende utilizzabile dovunque e in ogni momento dell’anno. In America il pomodoro ritorna dall'Europa insieme agli emigrati, sempre accompagnato dalle antiche paure. Tra il 1920 e il 1970, la produttività del pomodoro negli Stati Uniti passa da 10 tonnellate per ettaro a più di 70 grazie anche ad un miglioramento genetico. Dalla California il miglioramento genetico del pomodoro si è poi esteso a tutto il mondo, per accontentare i diversi gusti e risolvere i più svariati problemi di coltivazione. 

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